Lettera firmata: "Mio padre ucciso dalla sanità Calabrese"

Pubblico la seguente lettera firmata:

“Buongiorno. Sono una ragazza di 17 anni, residente a Cosenza, e scrivo per denunciare pubblicamente ciò che avviene nelle strutture sanitarie calabresi, in particolar modo nell’ospedale civile Annunziata di Cosenza.

Giorno 8 gennaio 2024, alle ore 12:41, mio papà ha perso la vita a causa di un’aneurisma ad un’arteria. Egli arrivò con il 118 alle ore 10:33 in ospedale per un forte dolore toracico. La dottoressa decise di fare una tac che durò oltre una mezz’ora. Alle ore 11:21 la stessa chiamò il medico che lavora nel reparto di cardiochirurgia dell’ospedale di Catanzaro ed alle ore 11:32 decise di chiamare l’elisoccorso, che a causa del maltempo (evidente già dalla sera prima) non partì.

Ma la dottoressa con grande sicurezza suggerì a mia madre e a chi era presente, di recarsi a Catanzaro, dove il paziente sarebbe sicuramente arrivato. Sempre alle ore 11:32 la dottoressa chiama anche il 118, che arrivò alle ore 12:23.

Purtroppo a distanza di ore mio papà peggiorò e dopo varie manovre rianimatorie alle ore 12:41 papà si spense all’interno dell’ospedale.

Invito a leggere attentamente quelle che dovrebbero essere le tempistiche di emergenza di un paziente grave, entrato all’Annunziata con il codice rosso.

Purtroppo io e la mia famiglia abbiamo perso un papà che non ci darà più nessuno, ma faremo il possibile per far sentire la nostra voce affinché ciò che è successo a lui, all’età di 50 anni, non accada più a nessuno.

Fare il medico non è un lavoro, è una missione che richiede grande umanità che purtroppo qui in Calabria viene spesso a mancare. All’interno di un ospedale siamo solo dei numeri e purtroppo veniamo trattati da tali.

Mio papà è stato lasciato per ben 2 ore su una barella a morire da solo. Invito chi di competenza a riflettere, perché forse è arrivato il momento di cambiare qualcosa…

Ciao papà…”

(Lettera firmata)