Non sono abituata a pubblicare su Facebook né tantomeno a scrivere post del genere, ma oggi sento il DOVERE di farlo! Dopo aver salutato per l’ultima volta mio Nonno, alla chiusura della bara, il dolore si è trasformato in RABBIA.
Rabbia per una Calabria che non garantisce un futuro per i figli di NESSUNO, perché qui nel 2023 siamo
a noi stessi.
Per poter parlare di CRESCITA e di FUTURO in una Regione come la nostra, a mio avviso, devono essere prima garantiti diritti ESSENZIALI come il Diritto alla Salute ed il Diritto alla Vita, entrambi fondamentali per ogni essere umano in un Paese emancipato.
Non possiamo pensare al turismo, al lavoro, ai paesi che si spopolano, ai collegamenti inesistenti, alle strade dissestate o pericolose se manca prima qualcosa di così importante.
Come si può chiedere ai giovani di rimanere qui, oppure a chi è andato via di ritornare, quando manca una cosa così essenziale?
Come si può pensare al futuro in un posto dove una persona deve preoccuparsi di poter avere problemi di salute, o che invecchiando qui non avrebbe mai cure immediate o efficienti?
Conosciamo tutti purtroppo le pessime condizioni in cui riversa la nostra zona a livello ospedaliero, ma non avrei MAI potuto immaginare di poter avere PAURA di stare male.
Dopo l’esperienza con mio Nonno ho capito ancora di più la criticità della situazione per noi residenti nella provincia di Cosenza.
Ho vissuto, purtroppo, sulla pelle della mia famiglia l’inefficienza dell’Ospedale Civile Nicola Giannettasio di Rossano.
Non sono qui a parlare di preparazione dei Medici, anche perché non ho le competenze per poterlo fare, né tantomeno della carenza del personale, dell’organizzazione o della poca attenzione che ho riscontrato nei confronti dei pazienti più anziani nel Pronto Soccorso.
Sono qui perché ARRABBIATA e piena di domande, a cui nessuno, neanche chi di dovere o di competenza, ha saputo rispondermi!!
Mio nonno è entrato con le sue gambe in Ospedale, a dirla tutta non vedeva l’ora di andarci per sentirsi meglio, progettando già le cose da fare al suo rientro a casa. In quella casa non è tornato vivo, oggi c’è stato il suo funerale.
La mia rabbia principale è quella di NON avere avuto spiegazioni chiare e lineari sull’accaduto in tutti quei giorni di ricovero in Pronto Soccorso, spostato poi in reparto solo dopo continui litigi e lamentele da parte nostra, quando ormai era troppo tardi!!!
A voi non verrebbe qualche dubbio? Questa è la mia domanda. Voi non sareste arrabbiati come me sapendo che, forse, se fossi stata già in un’altra zona o se avessi avuto qualche “santo in paradiso”, le cose sarebbero potute andare diversamente?
Voi non vorreste avere delle risposte sulla situazione clinica di un vostro familiare che è entrato in ospedale cosciente, sulle sue gambe e non ha fatto più ritorno a casa?
In questo momento provo tanta delusione nei confronti di chi continua , imperterrito, a fare promesse campate in aria non rendendosi conto che qui siamo davvero MESSI MALE!
A te Nonno, chiedo scusa da parte di tutti noi Calabresi perché non siamo mai stati in grado di far sentire SERIAMENTE la nostra voce per cose così importanti come la sanità pubblica.
Buon viaggio a te che sei sempre stato l’amico di tutti, dall’altra parte troverai sicuramente tanta gente pronta ad accoglierti con le braccia aperte.
Sappi però che qui per come sei inaspettatamente andato via, hai lasciato un grande vuoto soprattuto per chi ha avuto il piacere di conoscerti.
Oggi ho visto con i miei occhi quanto bene hai seminato, una folla di persone è venuta a darti l’ultimo saluto, dimostrandoti così la stima nei tuoi confronti.
Non è stato un addio, ma solo un arrivederci!👼♥️
Il PittuloBlog ❗
Di Eugenio Forciniti.
(Teresa Parrotta Lettera firmata)
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