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I nostri medici a qualcuno, forse, hanno salvato la vita. A me l'hanno distrutta.

“Buongiorno, volevo raccontarvi la mia storia, in balia della sanità cosentina con una diagnosi ormai avanzata.


Le mie diagnosi iniziarono circa 10 anni fa, in un contorno di ben 5 interventi chirurgici in 3 anni, uno causa dell’altro.


Tra le tante disavventure mi fu diagnosticato per caso in una risonanza di controllo per i forti dolori addominali, un’adenoma al fegato.


Mi venne consigliato dall’ospedale un follow up ogni sei mesi con risonanza con contrasto.


Gli anni passano, gli adenomi aumentano di volume e numero.

Finita diverse volte per intere giornate buttata su una barella nel nostro pronto soccorso per i dolori lancinanti, continuavano a dirmi di non preoccuparmi perché “di adenoma non è mai morto nessuno, è come avere le cisti all’ovaio o un linfonodo infiammato” (adenoma = tumore benigno che può degenerare in tumore maligno).


Bene, ennesima risonanza altri adenomi iniziano a nascere su altri organi.

Compromettendo la mia situazione epatica con valori delle analisi quasi 10 volte più alti del normale.


Decido a questo punto, e mi mangio le mani a non averlo fatto prima, di recarmi su consiglio di amici all’Humanitas di Milano.


Volete sapere cosa mi trovo davanti?

Gli adenomi sono diventati tumori maligni ed avendone più di 10 dovrò sottopormi prima a cicli di chemio e poi se si riducono ad un trapianto.


Ringrazio il cielo di aver trovato la strada per potermi curare, ammesso che io sia in ancora in tempo per farlo.

E di ricominciare una lunga battaglia che va avanti da oltre 10 anni per noncuranza, superficialità ed incompetenza del nostro settore medico.


I nostri medici, a qualcuno forse hanno salvato la vita, a me l’hanno distrutta.


Non auguro mai a nessuno dei medici che mi ha curato quello che sto passando io, perché il male non si augura nemmeno al peggior nemico, ma una cosa voglio augurarla, che quando la sera poggiano la testa sul cuscino facciano mea culpa di quante vite, anche giovani come me, hanno mandato al patibolo.


Studiate perché qui siete ancora ignoranti su certe cose e state mietendo vite umane.


È brutto da dire, perché a volte non si ha la possibilità economica e lavorativa, ed io ho fatto salti mortali per potermi curare “a pagamento” grazie alla famiglia e agli amici, ma se avete dubbi e dopo il terzo parere medico non risolvete, prendete un benedetto volo e trovate strutture competenti al caso vostro!!!


Non so se dire per fortuna, se risolverò, o per sfortuna io l’ho scoperto troppo tardi.


Cari medici, mettetevi una mano sulla coscienza!


Qui a livello di sanità siamo ancora agli anni del dopoguerra!


E cari lettori che state vivendo come me un’esperienza del genere, non mollate e non vi scoraggiate!

Un caro saluto”

(Lettera firmata)


Il 🗣️PittuloBlog ❗

Di Eugenio Forciniti.


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