“Leggo una miriade di lettere di persone che vantano questa nostra sanità, questa nostra regione, questa nostra burocrazia.Saranno amici di qualcuno, altrimenti non me lo spiego.
Sono una ragazza di 25 anni e oggi sono qui per raccontarvi il mio calvario da tre mesi a questa parte con la salute di mia madre nelle mani della nostra “perfetta” burocrazia (ovviamente si fa per dire).
Inizio a raccontarvi da quando mamma è stata dimessa dall’Ospedale Civile di Cosenza che viene definita un’eccellenza, dopo una settimana di ricovero, se avessi fatto qualche foto per documentare le condizioni in cui è tornata vi mettereste le mani nei capelli.Quindici giorni fa tra medici con poco tatto umano e la sensibilità sotto i piedi ho scoperto che mamma ha un tumore.
Si corre in uno dei centri migliori per capire come muoverci e dopo quasi 10gg finalmente arriva la cura.
Un nome, una terapia, una speranza.Una speranza che la mia cara regione, la farmacia territoriale, la burocrazia, il nostro caro presidente della regione e tutti quelli che gli stanno dietro hanno letteralmente bruciato, tutto per una gara di appalto, tutto perché mia madre sarebbe la prima Calabrese ad assumerlo e sarebbe la prima a richiederlo.
Tra ieri e oggi ho avuto conferma ancora una volta che la Calabria è mafia, è disumanità, è arretratezza, e se una normale famiglia di operai come la mia non ha una quantità sufficiente di soldi per potersi permettere un farmaco del genere allora sei destinato a morte certa.
Si perché siamo dovuti arrivare fino alla Svizzera per poterlo comprare e iniziare la cura.
Mia madre era destinata a soffrire, a peggiorare, ed io ero destinata a vederla regredire giorno dopo giorno perché non abbiamo una sanità su cui fare affidamento, una regione che ha ricevuto il mio messaggio nella sua posta elettronica e che ancora non ha risposto a nulla perché parliamoci chiaro, mia madre come la povera gente che ci capita non è problema suo.
Ecco il perché tante persone muoiono, non funziona niente ovvio e di mezzo ci andiamo sempre noi!”
Ma prima o poi tutto torna indietro, tempo al tempo.
Dovreste, lei presidente, la sua giunta, tutta quella “bellezza” di gente che sta sopra e sotto di lei entrare più spesso nei reparti di oncologia, nei reparti dove ci sono le persone più disperate ma che nonostante tutto non perdono mai la volontà e la forza di andare avanti.
Non immagina nemmeno i miei occhi cosa hanno visto in un solo giorno.
Dovreste anziché chiedere solo voti per le elezioni.
Dovreste essere più umani anziché mettere solo soldi in tasca e mandare in rovina tutti noi.”
Lettera di un utente.
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Di Eugenio Forciniti.
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