Sono una donna di quasi 46 anni, con disabilità in quanto affetta da
una rara forma di distrofia muscolare.
Questa mattina mio figlio di 12 anni doveva fare un vaccino presso la
nostra Asp che si trova a Donnanna.
Lo ha accompagnato una mia amica insieme al figlio, affinché io potessi
arrivare nel momento in cui fosse il nostro turno ed io non
aspettare troppo tempo.
Arrivata la telefonata che a breve potevo
accompagnare mio figlio, mi sono recata nella sede dove effettuano le
vaccinazioni che si trova al primo piano dell'edificio, purtroppo però ho
trovato l'ascensore fuori servizio.
Ho chiamato la mia amica la quale è scesa
subito dicendomi che comunicava la mia presenza/assenza perché di fatto non
potevo salire.
Dopo poco è scesa una dottoressa per la documentazione vaccinale di mio figlio e
illustrarmi tutto, molto gentile e visibilmente dispiaciuta per la
situazione, ha condiviso il mio malcontento e anche dispiacere.
Sono rimasta
giù e accanto a mio figlio è rimasta la mia amica e non io.
Non è la prima volta che non posso accedere a servizi e/o uffici per
questo motivo e mentre riesco a raggiungere i luoghi di interesse perché ancora riesco a rendere a volte 'impercettibile' agli occhi degli altri le mie difficoltà, succede sempre qualcosa come oggi che la rende visibile a chi non vede e mio figlio, sensibilissimo, triste che la sua mamma non gli era accanto.
Perché nessuno può sapere come ci si sente.
Concludo con una bellissima frase che racchiude il senso di tante vicende come questa.
"Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di
essere liberi. (Charles Evans Hughes)"
Rossella Romano
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