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Medico del Giannettasio rifiuta di assistere e accompagnare un paziente Covid.


Con la presente lettera vorrei denunciare una situazione grave accaduta la notte del 22 marzo 2021 presso all’ospedale Ospedale Civile “Nicola Giannettasio” di Rossano Calabro in cui a pagarne le conseguenze sono sempre i pazienti. Mia mamma, residente a Mirto Crosia di anni 77, contagiata da Covid ha manifestato sintomi seri dell’infezione con febbre e insufficienza respiratoria. Nella giornata di domenica la situazione clinica si è aggravata ed è stata chiamata l’ambulanza. Su indicazione della centrale operativa del 118 e degli operatori sanitari viene trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Rossano Calabro, sede più vicina. L'ambulanza arrivata al pronto soccorso attende il suo turno fuori dal pronto soccorso aspettando che si liberi un posto. Mia mamma è rimasta prima sulla barella dell'ambulanza per qualche ora e poi finalmente in serata è arrivato il suo turno ed è stata fatta entrare nel pronto soccorso dove hanno fatto i primi accertamenti. La diagnosi è stata polmonite bilaterale da Covid. È stata ricoverata sulla barella del pronto soccorso per 24 h, che è diventato un letto aggiuntivo di fortuna, in attesa che se ne liberasse uno vero. Essendo l’ospedale di Rossano al collasso i pazienti Covid vengono smistati verso altre strutture regionali che hanno posti letto liberi. A mia mamma è toccato l’ospedale di Reggio Calabria e sarebbe dovuta andare in ambulanza assistita dagli operatori sanitari. Fino a qui nulla di nuovo solo che la dott.ssa in servizio nel turno pomeridiano del 22 marzo si è rifiutata di assistere mia mamma e di accompagnarla in ambulanza a Reggio Calabria. A questo punto è stato chiamato prima il numero di emergenza 112, poi i carabinieri della centrale operativa di Rossano e poi di nuovo la centrale operativa del 118. Messo in comunicazione con la stazione dei carabinieri di Rossano, un ispettore mi ha risposto di non avere alcuna giurisdizione in materia sanitaria e quindi non avrebbe inviato alcuna pattuglia, lasciando praticamente anche lui gli equipaggi e mia mamma al suo destino. Intanto il tempo passa e dopo una serie di telefonate tra 118 e carabinieri, finalmente la centrale operativa del 118 a mezzanotte circa invia un’ambulanza proveniente da pronto soccorso di Cosenza che è arrivata a Rossano dopo circa 4 ore.

Non è possibile che un medico di un pronto soccorso, che ha fatto il giuramento di Ippocrate, possa rifiutare di assistere e di accompagnare un paziente con polmonite bilaterale presso un’altra struttura ospedaliera mettendo a rischio ulteriormente la sua vita.

Sembra impossibile che le Forze dell’Ordine scarichino anch’esse la responsabilità sul pronto soccorso in quanto affermano di non aver alcuna competenza quando si tratta di problemi sanitari, per cui rifiutano di inviare una pattuglia sul posto anche se solo per testimoniare una situazione paradossale.

Sembra così assordante il silenzio delle istituzioni davanti a tutte queste situazioni che si stanno creando negli ospedali della Calabria e in particolar modo nell’ospedale di Rossano che non è in grado di gestire i pazienti che sfortunatamente sono Covid positivi e con una sintomatologia importante. Nonostante la comprensione per un periodo di criticità e di confusione generale, dovute all’improvviso aumento dei casi di COVID, bisogna condannare alcuni comportamenti che non dovrebbero esistere in un Paese civile.


la testimonianza sul PittuloBlog di Antonio Straface.


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