Salve, mi chiamo Sapia Giuseppina, ho 41 anni, non ho alcuna patologia ,e questa e’ una testimonianza per il Pittulo, la mia storia:
Giorno 26 dicembre 2020, ho cominciato ad avere dei sintomi simili a quelli dell'influenza, tosse secca, secchezza di gola, se non fosse che avevo anche un dolore fra le scapole delle spalle.
Dopo un paio di giorni ne parlai con un medico dell' Asl, che mi fece fare un tampone molecolare che successivamente, giorno 30 dicembre, risultò positivo alla Sars Covid 19.
Subito chiamai la mia dottoressa Maria Giuseppa Licciardi che senza esitazione mi diede le cure che nel mio caso si sono rivelate un salvavita. Sapere di essere positiva per me fu un duro colpo, poiche’ giorno 25 dicembre, io e la mia famiglia (mio marito e i miei figli), siamo andati a trovare i miei genitori per la festa del Natale che, a mio malgrado e senza saperlo (poiché questo virus è subdolo e viscido perchè non avvisa prima),ho infettato.
Sapevo che mia mamma rischiava perchè affetta da altre patologie come anche mio padre. Ed ecco i rimorsi e il terrore di essere la causa di un eventuale morte dei miei genitori, quel senso di colpa, di impotenza e l’ansia di sperare che niente capitasse, mi distruggeva, per fortuna pur stando male, se la sono cavata.
Intanto psicologicamente mi stavo devastando, perchè essendo solo io momentaneamente positiva nella mia famiglia, dovevo stare attenta ad non avvicinarmi troppo ai miei piccoli ed a mio marito.
La cosa più straziante che ho provato oltre al senso di colpa, fu pure il non poter fare la mamma, in particolar modo, per la più piccola dei miei 2 figli, solo 4 anni, che mi cercava costantemente, chiedeva le mie coccole, di poter essere presa in braccio, di addormentarsi accanto a me ed io non potevo accontentarla ,mentre la mia mente si perdeva in tanti pensieri e timori ,il mio cuore si spezzava alla vista delle sue lacrime.
Intanto il tempo passava, ogni giorno arrivava un nuovo sintomo sempre più aggressivo peggiorando il mio stato.
La tosse si faceva sempre più insistente, il dolore alle spalle aumentava si divideva in 2 fra le scapole, "come se ci fossero 2 massi", sentivo stringersi il petto verso l'interno, come a spingere verso le spalle, brividi, mal di testa, dolori muscolari, dolori addominali, come quelli del parto ,dissenteria acuta, vomito ,al 5 giorno dall'inizio dei sintomi arrivò anche la mancanza di odori e sapori, mentre il mio respiro diventava sempre più pesante, affanno e stanchezza erano continui.
La mia gola diventava sempre più secca ,tanto è che per mesi restai rauca.
I giorni passavano sempre con la paura addosso che potesse accadermi qualcosa di grave, ogni ora e minuto pregavo il signore di darmi la forza ,di affrontare tutto.
Passarono 12 giorni, quando anche i miei figli e mio marito, sono risultati positivi ,loro più o meno con sintomi sopportabili ,mio figlio grande di 11 anni e mio marito su per giù avevano gli stessi sintomi, con la comparsa della congiuntive su mio figlio.
La nostra figlia più piccola, invece, ha avuto solo la congiuntivite, fu l'ultima di noi a essersi negativizzata, esattamente ci sono voluti due mesi.
Stavo sempre più male, i giorni continuavano a passare, anche solo alzarmi dal letto costava fatica, era come se stessi correndo km., e non che io nella vita facessi vita sedentaria o che le mie dita avessero toccato sigaretta, o che io non abbia mai corso, perche’ chi mi conosce sa che nella mia fanciullezza fino ai miei 22 anni, sono stata un atleta a livello agonistico ,di corsa a lunga percorrenza, eppure mi mancava il respiro che era sempre affannoso e pesante. ,
Mi dovevo dare forza, per preparare almeno qualcosa da mangiare per i bambini, poiche’ nessuno altrimenti, se ne sarebbe occupato. Se non fosse stato per un mio collega di lavoro, che si era reso disponibile nel portarci la spesa, non avremmo avuto di che mangiare.
Non volevo chiamare i soccorsi perchè ero certa che mi avrebbero ricoverata, quindi rinunciai perche’ mi facevo il problema che in mia assenza, nessuno aiutasse mio marito e i bambini costretti a casa.
Chiedevo se poteva venire qualcuno a visitarmi ,ma in quel periodo non c'erano tutti i bravi medici ed infermieri dell’Usca, disponibili ,purtroppo erano in pochi verso una vastità di territorio. Devo pero’ dire che il medico dell'Asl, mi chiamava spesso per avere notizie.
Silenziosamente dentro di me sentivo l'aggravarsi della mia salute così una nuova paura mi tormentava, il pensiero che avrei potuto lasciare per sempre i miei bambini.
Intanto passò un mese, finalmente dopo il terzo tampone non ero più positiva, ma continuavo a stare peggio di prima, così decisi di recarmi al pronto soccorso di Rossano.
Fu proprio qui che mi diagnosticarono, tramite una tac, la polmonite interstiziale bilaterale a vetro smerigliato.
il medico si meravigliò di come potessi essere lì ancora viva.
Da questo momento fui presa in cura dai medici del reparto Covid, bravi ed efficienti ,in particolar modo fui seguita dal dott. Rago, nel reparto seppur da esterna.
Mi lasciarono tornare a casa con la promessa che nel caso stessi più male, dovevo tornare di corsa in ospedale per il ricovero immediato ,poiche’ ero ancora a rischio anche se il peggio era fortunatamente passato, anche se i miei polmoni rimanevano lesionati, e dovevo rimanere sotto controllo.
Qui ho avuto la certezza di lasciare orfani di madre i miei bambini.
Devo ringraziare anche il mio caposquadra che in questa fase mi diede il suo appoggio. Mi fu poi successivamente spiegato, sia dal medico del pronto soccorso, che dal dott .Rago, che probabilmente se ero ancora viva e se la mia temperatura non era tanto alta ,come anche la mia saturazione stabile, era grazie alle cure ,immediate dell'altro mio angelo, la mia dottoressa, Licciardi Maria Giuseppa.
Nel reparto Covid ebbi poi la prescrizione di una terapia domiciliare.
Purtroppo mentre ero ancora tanto acciaccata nel mese di febbraio ebbi un altro strappo al cuore, venne a mancare a soli 65 anni il fratello di mio padre nel reparto Covid di Cosenza, nessuno ebbe la possibilità di salutarlo per l'ultima volta, dall'obitorio di Cosenza fu subito portato nel cimitero di Caloveto.
Purtroppo dopo tutte queste peripezie, però, la mia guarigione era lontana.
Restano pesanti strascichi detti "long Covid.
Inizia così una nuova fase, visto che ancora l'affanno e i dolori al petto non mi lasciavano così come l'abbassamento di voce. Iniziò così il mio giro di ospedali e cliniche ,per visite pneumologiche, otorino ,e soprattutto dal cardiologo ,per escludere un eventuale versamento pericardico da Covid.
I miei sintomi del long Covid sono stati: Affanno ,stanchezza ,spossatezza, vuoti di memoria, confusione mentale, vari dolori articolari, poi è subentrata anche la depressione con gli attacchi di panico .
A distanza di 11 mesi mi sto curando per guarire i bronchi. Qualche settimana fa, infatti, con una spirometria, sono risultati ostruiti come se avessi l’asma.
Non ho mai sofferto di questo nella mia vita.
Ed ancora a distanza di questi 11 mesi, ad ogni minimo movimento o sforzo, che sia anche qualche gradino di scale, mi si abbassa la voce. Il fiato diventa pesante, la secchezza la tosse il dolore al petto sono come uno schiacciamento sulle spalle.
Ho ancora stanchezza e vuoti di memoria .
Avere il Covid, insomma, non è propio come avere l'influenza.
E' una devastazione fisica e psichica che costa mesi se non anni di recupero.
Vi faccio una preghiera ,non fate in modo che voi o i vostri familiari o chi ci circonda, subisca tutto questo, nelle terapie intensive si soffre e si muore da soli.
Vaccinatevi ,perche’ farlo è un dovere civico e morale. Lo si deve fare per noi e per gli altri, amatevi e amate chi vi sta intorno. Io ho fatto la mia unica dose. E' vero, fisicamente ancora non sono guarita al 100x100, però psicologicamente sono più tranquilla, perche’ mi sento protetta e so che anche se dovessi contrarre di nuovo il virus non passerei quello che ho passato.
Se avessi avuto la possiblità di farlo prima, di certo la mia esperienza con il contagio di questo maledetto virus non sarebbe stata così dolorosa.
Credetemi raccontarvelo e’ semplice ,ma viverlo è un' altra cosa. E' terribile almeno per quanto riguarda la mia esperienza, quindi vi dico pensateci e vi chiedo cortesemente di non aggredirmi.
Adesso abbiate rispetto di me e di quello che ho sofferto. Ho voluto parlarvene a dimostrazione che il virus esiste e che nella maggior parte dei casi fa anche male.
Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini anche con una telefonata, mio marito ,i miei figli, le mie sorelle che vivono lontane ma non mi hanno fatto mancare il loro calore ,mio padre e mia madre, a te Eugenio che hai raccolto la mia testimonianza.
Un grazie grandissimo ai miei angeli nonchè medici, in particolar modo al Dott. Licciardi e il Dott. Rago, poichè se sono viva è grazie a loro e alle loro cure.
Una testimonianza di Sapia Giuseppina.
Il PittuloBlog di Eugenio Forciniti.
Comments