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Domenico Berardi, il campione Calabrese che (per qualcuno) non parla mai di Calabria.

A più riprese, sul Pittulo, ne abbiamo esaltato il talento:


Domenico Berardi originario di Bocchigliero, un piccolo paesino montano della Provincia di Cosenza, è quel ragazzo che ha dato i suoi primi calci al pallone, tra i campetti sterrati di terra battuta del piccolo borgo montano sopra menzionato e Crosia, nella scuola Calcio de "Il Castello" .


In tanti gli hanno voluto bene e in tanti, al sud, hanno creduto in lui supportandolo fin dai suoi "primi calci" durante la sua carriera iniziale di ragazzo adolescente ribelle.


E poi cosa è successo?


Mai una parola spesa (per qualcuno), nei confronti della sua terra, mai un saluto a quegli amici che lo hanno visto crescere. Mai un riferimento o un piccolo accenno al posto in cui è nato e dove il destino ha lasciato si compiva, per lui, quello che oggi è fato. Quella che oggi è storia.


In tanti si chiedono il perchè.


In tanti si domandano come mai, Domenico non parli mai della sua Calabria, una terra smossa dal manto pesante che trasuda mille difficoltà al giorno, ma che di certo non si è mai dimenticata del suo campione e poi, il confronto pesante che in Calabria si fa tutti i giorni, è certamente con un altro campione (amatissimo) e originario di Corigliano: Gennaro Gattuso, che in ogni sua uscita pubblica "Trasuda di Calabria" e si sente.


Domenico Berardi resta il nostro orgoglio, resta il nostro miglior talento perchè questa è una condizione di fatto dalla quale non si può trascendere. Così come non si può far finta di notare i tanti commenti e apprezzamenti al giovane ragazzo Calabrese. Questa è la testimonianza che Domenico sia "Amato" dalla sua gente.


Quella gente che lo vive come una prova di riscatto, battezzato da una terra maledetta che fa in modo che, persone come Domenico, nascano e riescano a sfondare nella vita una volta ogni cento anni.


Oltre al talento del calciatore, a molti di noi piacerebbe sentire da parte dell' uomo (non più un ragazzo), parole d'amore che ricordino la sua terra, semmai ovviamente questo sentimento dovesse essere ancora presente nel suo cuore.


Noi continueremo comunque a tifare per un campione e per un talento indiscusso, senza chiedere niente più, al calciatore, di quanto non abbia già dimostrato sul campo.


Ma in tanti si aspettano dal campione oggi uomo e non più ragazzo ribelle, parole che ricordino il suo passato, in una terra che ha bisogno come un oasi nel deserto, di parole di speranza da parte di chi, con il tempo i sacrifici e il sudore ce l'ha fatta, ed è arrivato dove altri, invece non arriveranno mai.


Un articolo del PittuloBlog!

Di Eugenio Forciniti.




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