Altro campo santo, stesse lacrime, questa volta parliamo di Corigliano Rossano dove una nostra lettrice, Rossella Sisca, chiede al Pittulo che sia raccontata la sua storia.
Mio padre è venuto a mancare per un tumore al pancreas, abbiamo dovuto dirgli addio senza neanche poterlo abbracciare per l'ultima volta, per via dei protocolli anti-covid.
Era un uomo di legge di 61 anni, un Carabiniere dedito al servizio che prestava.
Sono passati 18 giorni dalla sua morte, ma ciò che fa più male è che dopo una vita intera dedita al rispetto della legge e della giustizia, mio padre ancora non abbia ricevuto neanche una degna sepoltura.
Io e la mia famiglia veniamo mortificati al telefono dagli uffici preposti, nel tentativo di risolvere l'incresciosa situazione, siamo "rinviati"da un giorno all'altro, senza essere rassicurati o avere alcuna certezza.
Per mio padre e anche per altri defunti (c'è chi attende una degna sepoltura anche da un mese e più) non si trova ancora pace. I corpi momentaneamente rimangono custoditi nella chiesetta del cimitero.
E' un diritto della famiglia, soprattutto di tutte quelle famiglie che pagano le tasse, quello di poter piangere i propri cari per cercare, in quel luogo di sepoltura, un minimo di conforto.
Una storia del PittuloBlog
di Eugenio Forciniti.
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